Questa meditazione
ruota su di una considerazione primigenia, e cioè se l’intercessione per un
qualunque uomo che si accingesse ad una riflessione teologico – sapienziale, si
possa riferire alla Vergine Madre. Il motivo di una simile interrogazione
risiede nel motivo per cui, normalmente, un individuo di fede istruito nella
vita dei Santi, per un riflesso abitudinario, sarebbe indotto, nell’immediato,
ad invocare il soccorso di anime che la Santa Madre Chiesa ci indica essere Dottori,
come: Santa Teresa d’Ávila, Sant’Agostino, san Giovanni della Croce, San Beda
detto il Venerabile e così via. E la Theotókos?
Nei riguardi della
Regina del cielo e della terra, l’impulso, generato dall’infusa maternità
redimente, per grazia di Dio verso il genere umano, è quello di chiederLe
sollievo, protezione, intermediazione. È certo che Ella è La Mediatrice di
tutte le grazie, La Porta del Cielo, La Stella del Mattino, che ci indica
l’unica Via, Verità e Vita, ma è anche, a pieno ed innegabile titolo: La
Sapienza incarnata.
Volendo ragionare
intorno alle cose di Dio, Maria Santissima è la Via maestra per amare Cristo
Signore, nella ricerca delle verità eterne. Precisamente, Colei che ha fuso la
sua corporeità con quella di Colui dal quale Ella stessa discende, è divenuta
la Sapienza stessa, dalla cui precomprensione eterna deriva ogni essere e
divenire. In ragione di ciò nulla osta ad una richiesta di puro intelletto alla
Vergine Santa.
Dunque, invocare la Madre di Cristo per implorare luce e
scienza nelle cose di Dio è certamente corretto, non doverosa, ma indubbiamente
possibile senza alcuna diminuzione della regalità
dell’Onnipresente, in quanto la Sua sapienza è confluita totalmente, completamente ed
interamente in Maria Sede del Verbo incarnato.