ll mio viaggio in questa terra di
pace si è concluso il 3 settembre scorso e solo da poche ore comprendo la
grandezza dell’incontro con la Regina della Pace: Maria, Madre di Dio. È un’immersione
in un ordine soprannaturale, è una fusione con un clima di pace che pervade
l’anima, il cuore e la mente. Potrei dire: un anticipo di paradiso! Ogni figlio
di Dio è impegnato in una continua relazione di preghiera con il Signore al
punto che non pregare rappresenta una mancata occasione di sperimentare la
presenza di Cristo nella propria esistenza e un’anomalia essa stessa. Il
paradosso? Se nelle nostre vite caotiche, disordinate, in affanno per qualunque
situazione la preghiera è un’eccezione, nella terra della Regina della Pace è
la regola. Non v’è azione liturgica o umana che non trovi il suo fondamento
nella preghiera, ovvero in quell’intreccio d’amore che solo il colloquio con il
Creatore può donare. Questa è la forza di Medugorje: la preghiera!
La Santa Madre Chiesa, a tempo
debito, esaminerà non già e non solo le apparizioni e gli aspetti
fenomenologico-mistici dei veggenti o delle esperienze atmosferiche (simili a
quelle verificatesi a Fatima), ma l’elemento che contraddistingue qualunque
autentica e veritiera esperienza con Dio Padre: la conversione del cuore. Essa
nasce dall’incontro con La Verità (Cristo) che se accolta nella sua
integrità e senza sottrazioni alla verità stessa (cosa che accade nelle
professioni eretiche) rende liberi, liberi di amare il Signore perché Egli stesso
ha donato veridicità e quindi libertà all’esistenza. Se ci si lascia amare da
Dio, si dev’essere disposti ad investire tutto il proprio essere e mettere a nudo
tutto ciò che è nel fondo dell’esistenza, specie ciò che tacciamo per vergogna
o mancanza di coraggio. Messa così nelle mani di Gesù, per l’intercessione di
Colei che della pace né è La Promotrice, la vita perde la sua strumentale
connotazione di insieme d’esperienza quanto più forti o particolari possibili
in grado di dare senso e significato al tempo, senza, al contrario, permettere
di affrontare ciò che appesantisce il cuore rendendo il quotidiano una continua
rincorsa per combattere l’insoddisfazione, la depressione, la mancanza di pace!
Ecco cos’è Medugorje: Maria
indica Gesù come il Re della Pace. Sussurra ad ognuno dei suoi figli di correre
verso l’unica Via, Verità e Vita perché, come Cristo Stesso ci insegna: “Chi rimane in me e io in lui, fa molto
frutto, perché senza di me non potete far nulla”. (Gv 14, 6. 15,5). Dunque,
Medugorje non è affatto un luogo mariano, ma Il Tempio di Dio, Signore della
Pace, in un tempo di guerre: territoriali, relazionali e spirituali. Se di
luogo mariano si vuol parlare lo si deve fare nell’ottica espressiva: “Ad Jesum per Mariam”, cioè a Gesù
attraverso Maria. La stessa preghiera del Santo Rosario è una preghiera mariana
solo ed esclusivamente nell’ottica analizzata poco sopra, ma è teologicamente
definibile come uno strumento contemplativo della vita di Cristo Gesù.
In definitiva la garanzia d’essere innanzi ad un luogo
in cui appare la Vergine Santa non sono le apparizioni, i 10 segreti, i
movimenti atmosferici: affatto! La certezza deriva dai cuori che si
riconciliano con Dio-Trinità e in relazione a ciò le oceaniche file ai
confessionali, le interminabili “code” per ricevere l’eucaristia e la
riappacificazione con sé stessi e il prossimo. Questa è Medugorje, terra di
pace. Amen!